La zona del riminese è caratterizzata, storicamente, dalla fruizione di acqua di falda, attraverso numerosi pozzi dislocati in varie zone del territorio provinciale. Le due principali fonti di approvvigionamento sono la conoide del Marecchia e quella del Conca. Su quest’ultimo corso d’acqua, a pochi chilometri nell’entroterra, la presenza della omonima diga del Conca permette anche la creazione di un invaso importante soprattutto per quanto riguarda la stagione estiva.

Diga del Conca

La diga, che prende il nome dal fiume Conca, venne costruita per andare incontro all’esigenza di migliorare l’approvvigionamento idrico delle zone costiere della Romagna meridionale, a fronte della crescita del turismo estivo degli anni ‘60 e dell’aumento demografico della popolazione locale.
La soluzione che i comuni di Riccione, Cattolica, Misano e Gabicce adottarono fu quella della realizzazione di uno sbarramento sul fiume Conca al fine di creare un serbatoio artificiale che, contenendo parte delle portate primaverili, integrasse le portate di magra estive e consentisse la ricarica naturale delle falde del Conca da cui attingono i pozzi dei comuni interessati.
L’ubicazione della diga è tra i comuni di San Giovanni in Marignano e Misano Adriatico, a monte dell’autostrada tra il colle di Montalbano e la piana di Santamonica.
La costruzione dello sbarramento, cominciata nel 1971, terminò nel 1973. La diga entrò in funzione nel 1983.

Le acque che confluiscono nello sbarramento provengono dal fiume Conca, la cui portata media annuale è di 65-70.000.000 m3. Il Conca nasce nella provincia di Pesaro-Urbino dalle pendici del Monte Carpegna, a 1415 metri sul livello del mare. Sfocia presso Cattolica dopo un percorso di 45 Km. Il corso d’acqua ha un regime prevalentemente torrentizio con una portata altamente influenzata dalla piovosità e dalla scarsa permeabilità delle rocce che costituiscono il suo bacino. Rappresenta, oggi come in passato, una insostituibile fonte di approvvigionamento idrico.

La regolazione idraulica delle acque del Conca tramite la Diga consente, da un lato, la funzione di ricarica della falda e, dall’altro, la potabilizzazione delle acque tramite un impianto di trattamento posto in prossimità della diga stessa.
Tale impianto, situato nel comune di S. Giovanni in Marignano, tratta acqua di superficie proveniente dal fiume in questione. Una volta potabilizzata, l’acqua viene accumulata in vasca e consegnata ad Hera. L’impianto è attivo durante il periodo estivo ed è sottoposto a un continuo monitoraggio.

Nel territorio della Diga affiorano terreni appartenenti a due domini strutturali distinti, uno marchigiano-romagnolo e l’altro alloctono, suddiviso in “ligure” ed “epiligure”.
Al primo gruppo appartengono le formazioni più prossime alla costa, in particolare le Argille Azzurre, le Argille a Colombacci e i Flysch marnoso-arenacei, mentre al secondo sono associate le Argille Varicolori, i calcari e le marne della Formazione di Monte Morello, note localmente con il nome di “Alberese”. Si segnalano inoltre i terreni miocenici appartenenti alla Formazione Gessoso-Solfifera, caratterizzati da gessi, argille bituminose e dai Tripoli ricchi di organismi fossili.
Altri impianti

Il prelievo idrico da falda nei Comuni di Rimini, Bellaria-Igea Marina e San Mauro Pascoli avviene attualmente tramite circa 90 pozzi organizzati in 13 centri idrici con portata complessiva potenziale di circa 2.200 l/s e che fanno riferimento a tre grandi impianti di trattamento e ad altri minori.
L’alimentazione della rete idrica nella parte nord del riminese avviene grazie agli impianti Raggera e il Dario Campana.
Il primo ha una portata massima di 200 l/s. I pozzi afferenti possono immettere l’acqua prodotta direttamente nella rete di distribuzione dopo il dovuto trattamento.
La centrale Dario Campana può produrre circa 350 l/s di acqua potabile. In essa confluisce la risorsa idrica proveniente da venti pozzi.
Altri apporti arrivano dalla centrale di trattamento di Bordonchio, dal campo pozzi Fontanelle in San Vito e dalla centrale di potabilizzazione di Alberazzo. L’acquedotto di Torre Pedrera implementa ulteriormente il sevizio fornito.

Riguardo la zona sud del riminese, il prelievo idrico da falda nei territori comunali di Riccione, Misano Adriatico, Cattolica e San Giovanni in Marignano avviene attualmente tramite 30 pozzi aventi portata complessiva potenziale di 347 l/s, che fanno capo a 3 centrali:

  • la centrale Benevento di Riccione
  • la centrale Fungo di Cattolica
  • la piccola centrale di Misano

Alla Centrale Benevento arriva l’acqua prodotta da tre campi pozzi e dal potabilizzatore del Conca. La centrale Fungo invece è costituita da due serbatoi seminterrati, da una centrale di sollevamento per il serbatoio fungo e da una centrale per il rilancio dell’acqua per il serbatoio di Misano. È attiva solo nei mesi estivi.