Dal 2015 nell’area ravennate è attivo il Potabilizzatore della Standiana, l’impianto di ultima generazione di Romagna Acque.
Si tratta di un vero intervento di sistema che ha riqualificato l’intera gestione idrica del territorio. Il potabilizzatore sfrutta una tecnologia all’avanguardia per ottenere un’acqua di qualità elevatissima a partire da quella del Canale Emiliano Romagnolo, garantendo una totale sicurezza dell’approvvigionamento anche in periodi siccitosi.
Il Potabilizzatore della Standiana si affianca allo storico impianto NIP della zona Bassette. Le acque trattate dal NIP provengono prevalentemente dal fiume Lamone (integrato, in periodi particolarmente siccitosi, dal Reno) e dal CER, il Canale emiliano-romagnolo collegato al Po.
Nell’area lughese, inoltre, una fonte non particolarmente significativa è data da alcuni pozzi presso Cotignola.
I principali bacini del ravennate funzionano in maniera simbiotica in base alla stagionalità.
Potabilizzatore della Standiana
NIP
Viene realizzato alla fine degli anni ‘60 in località Bassette, per contribuire a soddisfare la cronica carenza di acqua potabile che da sempre ha afflitto il territorio ravennate. Nel corso del tempo, il NIP è stato potenziato per adeguarsi al fabbisogno reale.
Il ciclo di produzione dell’acqua potabile prevede: il prelievo di acqua grezza dai fiumi Lamone, Reno e, all’occorrenza, dal Canale Emiliano Romagnolo. Una volta potabilizzata, a valle del trattamento, l’acqua viene immessa nella rete di distribuzione da Hera.
L’impianto ha una potenzialità di 1300 l/s e la quantità d’acqua prodotta dal NIP si attesta intorno ai 78.000 metri cubi al giorno.
L’attività di potabilizzazione, intesa come captazione e trattamento della risorsa idrica, non genera impatti negativi significativi sugli ecosistemi nel terriotrio ravennate e viene sempre garantito il livello minimo vitale di acqua nei fiumi.
Impianto di Lugo e Campo pozzi
Tra le fonti di approvvigionamento “storiche”, oltre al NIP va citato l’impianto di potabilizzazione di Lugo, ubicato nella zona dell’ospedale. Fu realizzato nei primi anni ‘80 per potabilizzare l’acqua greggia che arriva in parte dalla falda (due pozzi a Cotignola e uno a Lugo), e in parte dall’acquedotto industriale del Conami di Imola, derivata dal Santerno e dal C.E.R..
L’impianto viene attivato saltuariamente, in occasione di annate siccitose. Ha una potenzialità di 70-80 l/s e le operazioni di potabilizzazione e purificazione avvengono attraverso processi automatici.