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campioni analizzati nel 2023

260.107

analisi effettuate nel 2023

Romagna Acque: controlli rigorosi per acqua di qualità

Romagna Acque pone la massima attenzione alla salvaguardia della qualità dell’acqua prodotta dai propri impianti di potabilizzazione. I laboratori dell’azienda effettuano controlli rigorosi e frequenti su campioni prelevati in punti strategici della rete idrica per garantire che l’acqua sia priva di sostanze e microrganismi pericolosi per la salute umana. Tutta l’acqua distribuita, infatti, è sottoposta a severi test per verificarne la conformità ai requisiti previsti dalla normativa vigente, il Decreto Legislativo 18/2023.

Due sedi per un unico obiettivo: eccellenza nel controllo

Il Servizio Controllo Qualità dell’Acqua opera in due sedi: presso gli impianti di potabilizzazione di Capaccio (Santa Sofia) e di Via Bassette a Ravenna. Entrambi i laboratori sono dotati di strumentazioni moderne e sofisticate e di software avanzati per la gestione delle analisi. Il loro compito principale è quello di monitorare attentamente l’intero processo di trattamento e distribuzione dell’acqua potabile, effettuando analisi chimico-fisiche e microbiologiche su campioni prelevati nelle diverse fasi del processo.

Affidabilità garantita: partecipazione a circuiti interlaboratorio

Per garantire la massima affidabilità dei propri dati analitici, il Servizio Controllo Qualità dell’Acqua partecipa attivamente a circuiti interlaboratorio nazionali e internazionali. Questi programmi permettono di confrontare i risultati con quelli di altri laboratori e di individuare eventuali criticità, migliorando continuamente le proprie prestazioni. La partecipazione a programmi collaborativi consente di valutare le prestazioni, di individuare e risolvere eventuali problemi analitici e di perseguire un miglioramento continuo.

Ricerca scientifica: verso un futuro ancora più sicuro

Tra le attività in capo al laboratorio compare anche quella di curare gli aspetti legati alla ricerca scientifica.

Nello specifico, nel corso del 2022, grazie anche al PNRR, la Società ha finanziato una borsa per dottorato di ricerca con l’Università di Bologna dal titolo:

  1. “Approccio chimico e biologico per la valutazione di contaminanti emergenti nelle acque in ingresso, in uscita e in alcuni punti critici della filiera di trattamento dei potabilizzatori di Romagna Acque Società delle Fonti.”.

L’approfondimento delle tematiche sopra elencate è di fondamentale importanza in quanto la rispondenza delle acque ai requisiti di legge è regolamentata dall’integrazione di una serie di misure che partono dalla protezione della qualità delle risorse idriche captate, passando per l’efficacia e la sicurezza dei sistemi di trattamento.

Un impegno a 360 gradi per la tutela delle risorse idriche

Nel 2023 sono inoltre proseguite le attività di controllo analitico dello stato trofico dell’invaso di Ridracoli e di identificazione, conteggio e quantificazione di cianobatteri e loro tossine nelle fonti di approvvigionamento all’impianto di potabilizzazione Bassette di Ravenna (fiume Lamone, fiume Reno e Canale Emiliano Romagnolo), come da convenzioni che la Società ha sottoscritto con la Fondazione Centro Ricerche Marine di Cesenatico.

¹ Numero di campioni complessivo giunti in laboratorio nel corso del 2023, compresi, oltre le acque da destinarsi e de-stinate al consumo umano, anche i controlli sugli scarichi, i reagenti di processo, le autocisterne, ecc.

L’acqua prodotta e distribuita dagli impianti di potabilizzazione di Romagna Acque presentano caratteristiche eccellenti e potrebbero essere classificate come oligominerali2 (Capaccio) e minerali3(Bassette e Standiana).

Confronto fra i valori medi dell’acqua prodotta negli impianti di potabilizzazione di Standiana, Bassette (Ravenna) e Capaccio (Santa Sofia) nel 2023 e le Acque minerali:

2 Acque oligominerali (o leggermente mineralizzate): per la legge italiana (D.Lgs. numero 105 del 25 gennaio 1992) si definiscono acque oligominerali quelle acque il cui residuo fisso è compreso tra 50 e 500 mg/L.

3 Acque minerali: per la legge italiana (D.Lgs. numero 105 del 25 gennaio 1992) si definiscono acque minerali quelle acque il cui residuo fisso è compreso tra 500 e 1500 mg/L.

All’interno del sito di Romagna Acque è possibile visualizzare in tempo reale le ultime analisi chimiche e microbiologiche prodotte dal laboratorio in tutti i punti di consegna (punti in cui Romagna Acque “consegna” l’acqua ad Hera, il Gestore del Servizio Idrico) georeferenziati, presenti sul territorio romagnolo, nonché accedere allo storico di tutte le analisi eseguite sul medesimo punto di campionamento, a partire dal 2012 in poi.

Confronto fra i valori medi, minimi e massimi dell’acqua prodotta nelle tre province nel 2023

Il confronto fra i valori medi evidenzia le caratteristiche delle tre province. I valori riportati sono ricavati come valore medio, minimo e massimo rilevati nel 2023 nei punti di prelievo più rappresentativi per qualità e quantità erogata per ogni provincia.

L’utilizzo di acqua superficiale quale principale fonte di approvvigionamento per la produzione di acqua potabile comporta necessariamente il dover fare i conti con la possibilità, soprattutto in alcuni periodi dell’anno in cui il trattamento delle colture agricole richiede l’impiego di prodotti fitosanitari, di rilevare residui di antiparassitari. Per questo motivo i laboratori di Romagna Acque hanno adottato un rigoroso programma di monitoraggio volto a controllarne la presenza: in ogni campione di acqua, infatti, si ricercano ben 106 principi attivi, secondo l’elenco consigliato dall’ASL. Nel 2023 sono stati eseguiti complessivamente 286 campioni di questi 215 con pacchetto antiparassitari totali per un totale di quasi 22.790 principi attivi analizzati e 71 Campioni con il solo pacchetto AMPA e Glifosato.

Tra gli erbicidi maggiormente impiegati, il glifosato è sicuramente quello più famoso per l’ampio spazio che buona parte della stampa, riviste scientifiche e non, gli ha dedicato. Nonostante a maggio 2016 una riunione congiunta di esperti della Organizzazione mondiale della sanità e della FAO sui residui di pesticidi (JMPR) abbia concluso che “è improbabile che il glifosato comporti un rischio cancerogeno per gli uomini come conseguenza della esposizione attraverso la dieta”, i Laboratori di Romagna Acque hanno volutamente inserito il controllo del glifosato riscontrando sempre, in uscita dagli impianti di potabilizzazione, risultati inferiore a < 0,010 µg/L, cioè inferiore al limite di rilevabilità strumentale, a conferma della buona qualità dell’acqua distribuita.

Tra le sostanze che si trovano disciolte nell’acqua e che sono naturalmente presenti nel terreno con cui l’acqua viene a contatto, ci sono i metalli. Alcuni di loro, con peso atomico superiore a 55, sono chiamati “metalli pesanti” e la loro presenza in termini di apporti naturali può derivare dalla disgregazione del materiale originario del suolo (rocce), mentre gli apporti antropici sono principalmente legati all’uso di fertilizzanti chimici, o derivanti dal fall out atmosferico dovuto a vari fonti (emissioni auto, emissioni industriali).

Anche in questo caso i laboratori di Romagna Acque hanno voluto scongiurare il superamento dei limiti normativi previsti dal D.Lgs. 31/2001 attraverso l’analisi di 2.948 campioni.

Un’efficace tutela dell’ambiente e in particolare delle risorse idriche è tra i principali obiettivi che Romagna Acque intende perseguire e difendere nel tempo. Per questo motivo la Società ha affidato il controllo dello stato trofico dell’invaso di Ridracoli al Centro Ricerche Marine di Cesenatico, laboratorio nazionale di riferimento per le biotossine marine della Comunità Europea.

Il mantenimento delle ottime caratteristiche qualitative dell’acqua di Ridracoli, molto più simili a un’acqua minerale che non a un’acqua superficiale, da oltre 35 anni ne è la conferma.

Questi controlli sono poi stati estesi anche alle fonti di approvvigionamento dell’impianto di potabilizzazione di Ravenna Bassette, ovvero alle acque provenienti dal fiume Lamone, dal fiume Reno e dal Canale Emiliano Romagnolo.

L’eutrofizzazione delle acque, correlabile direttamente o indirettamente ai cambiamenti climatici sullo stato del corpo idrico e sullo sviluppo delle popolazioni fitoplanctoniche, ha in qualche modo favorito lo sviluppo e la proliferazione di organismi fotosintetici ubiquitari: i cianobatteri. Molte specie di cianobatteri, colonizzatori degli ecosistemi acquatici, producono come metaboliti secondari una grande varietà di tossine (cianotossine) potenzialmente pericolose per la salute.

Al fine di scongiurarne la presenza, sono stati analizzati ben 141 campioni su cui i laboratori del Centro Ricerche Marine di Cesenatico hanno ricercato le microcistine ed i relativi congeneri confermandone l’assenza.

I laboratori di Romagna Acque sono certificati in conformità alle norme UNI EN ISO 9001:2008 già da diversi anni. Tuttavia è la norma internazionale ISO/IEC 17025 che definisce i requisiti che un laboratorio deve soddisfare per dimostrare la competenza tecnica del suo personale e la disponibilità di tutte le risorse tecniche, tali da garantire dati e risultati accurati e affidabili.

Per questo motivo i laboratori di Romagna Acque, che costituiscono un Laboratorio multisito accreditato ACCREDIA, hanno acquisito il certificato di Accreditamento n. 1673 in conformità alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2018.

L’accreditamento ACCREDIA garantisce infatti l’utilizzo di metodologie operative e quindi la competenza dei Laboratori nell’attività analitica. L’accreditamento attesta il livello di qualità del lavoro di un Laboratorio, verificando la conformità del suo sistema di gestione e delle sue competenze a requisiti normativi internazionalmente riconosciuti, nonché alle prescrizioni legislative obbligatorie.

Accredia – Elenco laboratori accreditati

Certificato di accreditamento

Dichiarazione di imparzialità

Elenco prove sede A

Elenco prove sede B

Condizioni di servizio

Politica della Qualità