A Santa Sofia, sull’Appennino forlivese, si sono svolti il 18 giugno scorsi i primi passi del Comitato Alberitalia: grazie all’impegno organizzativo della SISEF (Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale), alla cui attività partecipano i docenti di diverse Università italiane, e di Romagna Acque-Società delle Fonti Spa, proprietaria del Centro Operativo di Capaccio, dove si è svolto l’evento. Hanno partecipato, fisicamente o in modalità remota, diversi ospiti dalle Università (Bologna, Firenze, Molise, Milano, Torino e La Sapienza Roma), dalle istituzioni (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Comitato Nazionale per il Verde Pubblico presso il Ministero dell’Ambiente) e di organismi nazionali come UNCEM e il Consiglio dell’Ordine Nazionale dei dottori Agronomi e Forestali.

A monte di questo incontro si pone, nei mesi scorsi, la crescita di un movimento di carattere nazionale, nato dall’appello “Un albero per ogni italiano, vale a dire piantare 60 milioni di alberi prima possibile”, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2, e contrastare i cambiamenti climatici: lanciato lo scorso anno dalle “Comunità Laudato sì” sostenute da Monsignor Pompili, vescovo di Rieti, e prontamente raccolto dallo scienziato Stefano Mancuso, già direttore del laboratorio internazionale per la neurobiologia delle piante e dal Presidente di Slow Food Carlo Petrini. Il Progetto, che riscuote il plauso di tutta la comunità scientifica nazionale ed internazionale, presenta obiettivi ambiziosi: non solo l’impegno massimo per ridurre le emissioni di gas serra, ma anche il raggiungimento degli obiettivi di Parigi, ovvero rientrare all’interno della soglia delle ”emissioni negative” e mitigare e riassorbire parte della CO2 già emessa. La chiave di questo processo virtuoso sono gli alberi.

Un tassello fondamentale è allora l’istituzione del “Comitato Alberitalia”, di cui si è discusso ieri nel corso dell’incontro, che avrà come scopo la realizzazione ed il mantenimento del progetto. Per coordinare gli interventi correlati al Comitato anche nelle aree montane del territorio romagnolo, Romagna Acque – società a totale capitale pubblico che è proprietaria e gestisce tutte le fonti idropotabili delle tre province romagnole (Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini) – attiverà inoltre proprio al Centro Operativo di Capaccio il “Centro studi per la valorizzazione delle Foreste e della Montagna – Oltreterra”.

Nel corso dell’incontro sono state definite le prime linee guida per la futura messa a dimora degli alberi, e si è deciso di definire subito dopo l’estate un nuovo momento di incontro congiunto per mettere “in rete” le attività già avviate dai vari soggetti a scala nazionale, e “iniziare a contare alberi” verso il traguardo dei 60 milioni.